Orvieto, 29 Marzo 2000
All’indomani delle elezioni regionali del 16 Aprile, gli eletti della Lista di Emma Bonino al Consiglio Regionale dell’Umbria intendono aprire immediatamente una seria e approfondita discussione sulla sanità umbra, partendo proprio da un tema che non è stato adeguatamente affrontato dal Consiglio Regionale uscente e dai vertici delle ASL della nostra regione: quello della assistenza sociosanitaria e delle attività riabilitative domiciliari.
Innanzitutto, occorre rilevare il grave ritardo che l’Umbria fa segnare in questi due importanti settori rispetto alle altre regioni del centro-nord e, ritardo nel ritardo, la minore qualità e quantità di servizi offerti nella provincia di Terni rispetto a quella di Perugia. Se poi scendiamo nel dettaglio dei Comuni del comprensorio orvietano, limitatamente al servizio di fisioterapia domiciliare, per fare un esempio concreto, ci si accorge subito delle difficoltà e dei limiti della sanità umbra, anche a livello locale: il servizio offerto è garantito da 2 soli fisioterapisti rispetto agli almeno 4 che sarebbero necessari; i 2 fisioterapisti impiegati non sono chiaramente di ruolo; e, ciliegina sulla torta, tale servizio non è garantito ai pazienti cronici, dei quali ci si lava molto volentieri le mani. E’ così che crolla un mito: quello di un’Umbria forte e competente, solo perché regione “rossa”. Rossa si, ma dalla vergogna di non assistere i suoi cittadini più deboli (termine quest’ultimo molto alla moda nel salotti buoni o cattivi della sinistra). Un caso concreto fra i tanti? Quello di un trentenne residente in un comune del nostro comprensorio che, in grave stato di coma, riceve fisioterapia domiciliare una sola volta alla settimana! Dato che non risponde in modo adeguato ai trattamenti, si è pensato bene di ridurre drasticamente il numero di sedute settimanali da cinque (5) ad una.
Di fronte a tali gravi disfunzioni, appare indispensabile ripensare al ruolo e alle funzioni svolte dalle ASL umbre. Se infatti è vero che la assistenza sociosanitaria e le attività riabilitative domiciliari hanno tutte le caratteristiche di servizi pubblici, non è detto che alla loro erogazione debba direttamente provvedere un soggetto pubblico. Occorrerà dunque mettere in discussione tutto l’impianto sul quale attualmente si fonda l’offerta di servizi sanitari a partire proprio dalle regioni. Anche in questo consiste il progetto di rivoluzione liberale e federalista proposto dalla Lista Bonino nelle 15 regioni interessate dalle elezioni del 16 Aprile.
Grazie della attenzione,
Luca Coscioni
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