Le risposte di Luca Coscioni alle domande di Libero
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No, non mi sento libero. Non sono libero. Non posso camminare con le mie gambe, non posso parlare con la mia voce, non posso veleggiare con il mio catamarano giallo verso l’isola del Giglio. Ho perduto il bene più prezioso: La libertà personale. Sì, per dirla con le parole di Mogol e la musica di Lucio Battisti: è una vela la mia mente, prua verso l’altra gente, vento, magica corrente…. Ecco, è proprio il vento a mancarmi. Del resto, la mia mente era già vela verso l’altra gente, la malattia mi ha sottratto il vento e la corrente magica che scorre tra Punta Lividonia e Giglio Porto. Mi dispiace, in particolare, di non poter veleggiare con Maria Antonietta, mia moglie. Il catamarano giallo le sarebbe piaciuto. La percezione della mia realtà, la realtà nella quale oggettivamente vivo, le aspettative che ho di poter modificare il suo andamento lasciano poco spazio alla libertà. Nè mi consola il fatto di sapere che la maggior parte delle persone non è libera, pur potendolo essere. Insomma, per non farla troppo lunga, combatto per la libertà, come solo chi ne è stato privato è capace di farlo. La libertà è un valore che non può essere teorizzato, deve essere vissuto.
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Da alcuni mesi, sto combattendo la battaglia radicale per la libertà della ricerca scientifica. Sinteticamente, il rilancio dell’iniziativa politica radicale su tale versante, dopo la sconfitta elettorale del 13 maggio 2001, partirà anche dalla raccolta delle firme su due proposte di legge di iniziativa popolare. Una volta completata la raccolta delle 50000 firme necessarie per la presentazione delle due nostre proposte di legge, clonazione terapeutica ed dolce morte saranno nuovamente iscritte nell’agenda politica italiana. Con grande dispiacere di Girolamo Sirchia, il nuovo Ministro della Sanità, un oscurantista cattolico, contrario ad entrambe. Comunque, sarebbe stata esattamente la stessa cosa con un Ministro della Sanità espressione del centrosinistra.In particolare, Sirchia, già membro della Commissione Dulbecco sulle cellule staminali, si è opposto alla utilizzazione degli embrioni soprannumerari, ritenendo preferibile “lasciarli morire”, in realtà lasciare che vengano gettati nella spazzatura, piuttosto che destinarli alla ricerca scientifica. In Germania invece, la Commissione etica dell’Università di Bonn ha recentemente autorizzato la sperimentazione sulle cellule staminali embrionali importate da Israele, seguendo così la strada pionieristicamente tracciata, un anno fa, da Gran Bretagna e Stati Uniti. Anche in Francia, il governo si è dichiarato favorevole all’impiego degli embrioni in soprannumero. Australia ed Israele hanno infine realizzato due Banche delle cellule staminali embrionali in grado di soddisfare, chiaramente a pagamento, la domanda mondiale delle stesse. Insomma, di fatto, la ricerca scientifica mondiale si è decisamente orientata nella direzione della sperimentazione sulle cellule staminali embrionali. In Italia, si è invece deciso di limitarla alle cellule adulte e a quelle del cordone ombelicale, con ingenti finanziamenti alle Università cattoliche. Chiaramente, di creare nuovi embrioni, la clonazione terapeutica propriamente detta, cosa questa che eviterebbe, per altro, eventuali problemi di rigetto, non se ne parla nemmeno. E non ne parlano, i partiti politici del centrodestra e del centrosinistra, che potrebbero, dovrebbero parlarne in Parlamento, ma non lo fanno. Il loro silenzio in materia di clonazione terapeutica, dolce morte, pillola abortiva 486, uso terapeutico della cannabis, pillola del giorno dopo, terapia del dolore, è assordante. Tornando però alla nostra proposta di legge di iniziativa popolare, recante norme in materia di procreazione medicalmente assistita e di clonazione terapeutica, comunque, prevediamo, da un lato, la utilizzazione degli embrioni soprannumerari, dall’altro, la creazione, solo ed esclusivamente per finalità terapeutiche, di nuovi embrioni. Questo è il senso della mia battaglia radicale per la libertà di ricerca scientifica.
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Gli elettori della lista Emma Bonino alle ultime elezioni politiche del 13 maggio 2001 sono stati pochi meno di 900000, pari al 2,3 per cento. Come risultato, non abbiamo avuto nemmeno un eletto. Nè alla Camera, nè al Senato. Tuttavia, la sconfitta è stata elettorale, non politica. Cerco di spiegarmi meglio. Prendiamo, ad esempio, la legge sulla clonazione terapeutica. Secondo il Rapporto Dulbecco sulle cellule staminali, gli italiani che potrebbero beneficiare delle nuove terapie cellulari sarebbero 10 milioni. Si tratta quindi di una legge di grande importanza. Eppure, nè l’attuale, nè la passata maggioranza, ha ed aveva la volontà di regolamentare la materia. Le ragioni di questo vuoto normativo dipendono, da un lato, dalle invasioni di campo del Vaticano, dall’altro, dai partiti di ispirazione cattolica e dai verdi, contrari, di fatto, alla clonazione terapeutica. Certo, se, un giorno, un paziente inglese, completamente paralizzato, tornasse, grazie alle cellule staminali embrionali, a camminare, i malati italiani sarebbero costretti ad odiosi, e costosi, viaggi della speranza. Quindi, la sconfitta è stata elettorale, non politica. I nostri temi sono di grande importanza per la vita, la qualità della vita, le possibilità di cura e di guarigione di centinaia di migliaia di nostri concittadini per il momento, abbiamo seminato. Ora, occorre coltivare il terreno politico, in attesa del raccolto.
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Con grande sincerità, mi accade spesso di pensare che, forse, la cosa migliore per me sarebbe, una volta per tutte, chiudere gli occhi sul mondo, su questo mondo di sofferenza. Poi, accendo il mio portatile, l’istinto di sopravvivenza si mette in moto e la mia mente diviene una vela in rotta verso l’altra gente. La battaglia radicale per la libertà della ricerca scientifica deve essere combattuta, e vinta. Nel vocabolario radicale, la parola resa non trova posto.
01 luglio 2001 – Libero
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