Il mio intervento al VI congresso italiano del Partito Radicale Transnazionale

Intervento al VI Congresso dei Radicali italianiCare compagne, Cari compagni, Care amiche, Cari amici,
questo appuntamento è per tutti noi, molto importante, perché si colloca all’interno della campagna elettorale per le europee, già iniziata da tempo per le altre forze politiche, che ci vede, ahimè, almeno dal mio punto di vista, in una posizione, diciamo, sfavorevole rispetto alle lontane elezioni del ’99.

Entriamo a pieno titolo in questa campagna elettorale presentando al pubblico, i nostri candidati che dovranno essere gli artefici di una sensibilizzazione capillare sui temi radicali che ci portiamo dietro ormai da diversi anni. Partiamo dal ruolo emblematico di una donna, Emma, che ha fatto della politica, negli aspetti della laicità, del rispetto dei diritti umani, dei diritti civili, dei diritti politici, il percorso della propria vita e che ha ottenuto consensi e plausi da numerose parti. Mai come in questo momento è necessario affermare ovunque riconoscendoli e difendendoli, i diritti umani e il diritto civile della democrazia. L’evoluzione in senso democratico dei paesi, diventa ancor più urgente nella prospettiva di una immediata fine dei numerosi conflitti sanguinosi esplosi in diverse, ma non lontane, parti del mondo, con la costruzione di un ordine mondiale fondato sulla pace, la giustizia e lo sviluppo sostenibile. Abbiamo la figura maschile di un gigante come quella di Marco Pannella, che con la sua forza, azione non violenta, gandhiana, è riuscito a vincere, sfidando il suo stesso cuore, in un contesto politico, illegale e anticostituzionale. Ricordo le sue parole durante il suo sciopero della sete nel 2002 per chiedere il ripristino della legalità costituzionale violata dal perdurare dell’allora mancanza di una deliberazione della Camera sui 13 seggi non ancora assegnati ad oltre un anno dalle elezioni:”sono consapevole che anche e soprattutto questa volta il rischio di vita, può da un momento all’altro tradursi in cedimento di morte, ma siccome non ho mai avuto paura, in passato, sono riuscito a dare il mio contributo alla vita dei diritti”.

La mia presenza qui, è legata al mio essere Presidente di Radicali Italiani e Presidente dell’Associazione Luca Coscioni per “dare il mio contributo alla vita dei diritti”. Parto da quest’ultima posizione che sento forte dentro di me, ma che è stata conseguenza sorprendente del mio essere Presidente di Radicali Italiani. Non vorrò esimermi dal vedermi come parte integrante di questa campagna elettorale, anche se non ne potrò essere fisicamente l’attore come candidato. Il fatto di non essere candidato rappresenta per me un momento di crescita sofferta, ma necessaria. ho riscoperto, così, anche il significato della militanza radicale semmai l’avessi mai persa. Non vorrò assistere alla sublimazione del tema della libertà di ricerca scientifica che in questo momento trova vita nella battaglia referendaria che stiamo conducendo per raccogliere le firme, tra i banchi del futuro Parlamento europeo. Quindi una campagna referendaria che per certi versi è, almeno per me, anche il cuore di quella elettorale. Non può non interessarci se fondamento di ogni Stato democratico è la sua laicità.

Se alle politiche del 2001, la questione sociale, politica della sofferenza, della malattia, della libera ricerca, sono state soffocate da un assoluto silenzio per il rifiuto di tutte le forze politiche italiane,perché temi di coscienza, alle europee questi temi divenuti non più di coscienza, dovrebbero riemergere o meglio emergere perché nuovamente calpestati, violentati, violati, sacrificati in nome di una confessione religiosa cristiana, alla pari forse di crociate, massacri e genocidi in nome di un Cristo d’amore. Ci sono momenti per lottare e ci sono momenti per mollare. questo è uno di quei momenti in cui non mollare è un imperativo categorico, non solo per me; la opzione mollare non sussiste e dobbiamo puntare diritti alle seicentomila firme,firma su firma,giorno dopo giorno, istante dopo istante sebbene ad oggi siamo ancora molto lontani dall’obiettivo finale. Mi appello e non in ordine di valore della possibile azione alla militanza radicale tutta, affinché si faccia carico di una responsabilità individuale e quotidiana in tutte le città della presenza di tavoli di raccolta firme; soprattutto laddove, ahimè, non sono mai stati aperti tavoli né sotto il sole, né sotto la pioggia; a coloro che potrebbero fare da subito la differenza, i consiglieri comunali e provinciali di tutta Italia: voi potete da soli, a casa, in giro, in luoghi pubblici e privati, raccogliere e autenticare firme senza problemi di tempo e di spazio; a coloro che hanno già aderito a questa battaglia democratica e laica affinché possano farsi portavoce all’interno delle proprie organizzazioni politiche e sindacali, affinché questa battaglia laica, di libertà, di giustizia umana, permetta a 10 milioni di malati di sventare il pericolo di essere bruciati vivi nell’inferno quotidiano della sofferenza e del silenzio. E se ho motivato, dandogli senso, il percorso della mia vita della battaglia per la libertà di ricerca scientifica affiancando alla stessa un progetto che ho voluto chiamare libertà di parola che accoglie tutti gli aspetti più o meno intimi della individualità di chi è prigioniero non solo della malattia ma anche del silenzio, non riuscire a spendere, da subito forze, significa per un verso, compromettere, in termini di tempo, la mia stessa vita, le nostre vite. E di questo ne ho davvero paura. Non privatevi, non privatemi di questa parola.

Carissimi compagni, carissime compagne, care amiche, cari amici.
Mi sento di offrirvi quello che in questo momento posso donarvi. Semplicemente me stesso, con tutte le paure che mi porto dietro e quelle che vivo dentro tutti i giorni e tutte le notti. La mia posizione su questa poltrona non è austera come quella che un re assume sedendosi su di un trono ornato e dorato. È un po’ piegata verso sinistra. qualcuno potrebbe confonderla con una possibile pendenza a sinistra ma non preoccupatevi è solo per il momento una postura che ti regala la sclerosi laterale amiotrofica.

Ringrazio Marco Pannella e lui sa bene a cosa mi riferisco, per aver reso incerte alcune mie certezze che forse erano semplicemente dei limiti della e alla mia esistenza. Oggi credo di essere meno coraggioso di quanto non lo sia mai stato, in passato, almeno da quando mi sono ammalato. Affido, sebbene con sofferenza che farò divenire forza, questo percorso di vita elettorale, da non candidato, alla saggezza di un uomo che ha dato alla mia esistenza vigore, passione e amore per la verità. Ho concluso.

Puoi vedere il mio intervento al congresso cliccando qui

Sul sito di Radio Radicale è possibile vedere il video integrale del congresso

Condividi la storia di LucaShare on Facebook0Tweet about this on Twitter0Share on Google+0Pin on Pinterest0Email this to someone
http://www.lucacoscioni.it/lucacoscioni/contenuti/estensioni/wp-accessibility/toolbar/css/a11y-contrast.css