Ufficio di Presidenza della Commissione Sanità del Senato della Repubblica: audizioni in merito ai disegni di legge concernenti la procreazione medicalmente assistita.
Egregio Signor Presidente, Signori Senatori,
vi ringrazio per avermi ammesso a questa audizione. Non sono un esperto di bioetica, ne’ di genetica umana. Non sono nemmeno un ricercatore nel campo delle cellule staminali o della procreazione medicalmente assistita. Sono dottore di ricerca in economia ambientale ed ho insegnato politica economica all’Universita’ di Viterbo – La Tuscia. Alcuni di voi forse mi conoscono come militante politico, Presidente di Radicali Italiani. Intervengo oggi anche come persona con sclerosi laterale amiotrofica, come un esperto di bioetica sulla propria pelle. La sclerosi laterale amiotrofica e’ una malattia degenerativa del sistema nervoso centrale che interessa, per ragioni purtroppo ancora sconosciute, selettivamente i motoneuroni. La morte progressiva dei motoneuroni si traduce sul piano clinico in una progressiva plegia di tutta la muscolatura spinale e bulbare fino alla morte, generalmente per insufficienza respiratoria, dopo circa 3, 5 anni dall’esordio. Questa malattia colpisce oltre 350.000 persone in tutto il mondo – 37.500 cittadini dell’Unione europea, di cui 5000 italiani. Ogni anno 100.000 donne ed uomini muoiono per la SLA – sclerosi laterale amiotrofica. Questa malattia e’ forse curabile mediante le cellule staminali embrionali e quelle ottenute attraverso la clonazione terapeutica. Tuttavia, come e’ ormai noto e consolidato, la portata delle cosiddette biotecnologie rosse e’ decisamente di piu’ ampio respiro. 10 milioni di italiani infatti, secondo il rapporto Dulbecco, colpiti da patologie come il diabete, il morbo di Parkinson, l’Alzheimer, le lesioni traumatiche del midollo spinale, ad esempio, potrebbero trarre beneficio da queste nuove terapie.
Vorrei, entrando nel vivo di questa mia audizione, fare alcune considerazioni sul primo comma dell’articolo 13 del disegno di legge 1514, che recita: E’ vietata qualsiasi sperimentazione su ciascun embrione umano; e sul punto “C” del terzo comma sempre dell’articolo 13, che vieta interventi di clonazione mediante trasferimento di nucleo, o di scissione precoce dell’embrione, o di ectogenesi, sia a fini procreativi sia di ricerca. Per quanto riguarda il divieto di sperimentazione su ciascun embrione umano, Signor Presidente, Signori senatori, mi chiedo, e vi chiedo, se abbia un senso accettare la distruzione dei circa 30.000 embrioni soprannumerari crioconservati; oppure, se sia piu’ logico, etico, politicamente adeguato e, permettetemi, anche piu’ cristiano, consentire che questi embrioni, gia’ creati, possano essere studiati, anziche’ finire nella spazzatura. Fermo restando che 30.000 embrioni sono piu’ che sufficienti per condurre ricerche approfondite, e che non sarebbe quindi necessario ed utile crearne degli altri, penso molto umilmente, ma anche molto fermamente, che il primo comma dell’articolo 13, cosi’ formulato, metta pericolosamente in discussione la liberta’ di ricerca scientifica, e quindi anche quella di cura. Per cio’ che concerne il punto c del terzo comma dell’articolo 13, credo sia di una qualche utilita’ richiamare alla memoria le conclusioni del rapporto Dulbecco. La novita’ del Rapporto Dulbecco, che supera brillantemente le questioni etiche sollevate dal Rapporto Donaldson, adottato dalla Gran Bretagna, consiste nell’utilizzo della tecnica di trasferimento nucleare al fine di ottenere, escludendo la formazione dell’embrione, cellule staminali da differenziare, fin dall’inizio, verso le linee cellulari e tissutali desiderate.
Per l’immediato futuro si prevede di essere in grado di utilizzare, al posto degli ovociti di donna, citoplasmi artificiali e, o animali. E’ questa la proposta davvero innovativa che esce dalla Commissione e quella che si puo’ definire fin d’ora Progetto Dulbecco per le cellule staminali. Queste, le conclusioni della commissione di studio. La cosiddetta via italiana alla clonazione terapeutica era stata accolta con grande favore da tutti i 25 saggi nominati dall’allora ministro della Sanita’, il professor Umberto Veronesi, saggi che l’avevano entusiasticamente votata addirittura all’unanimita’. Della commissione, anche questo e’ utile ricordare, facevano parte, tra gli altri, il professor Girolamo Sirchia, e Sua Eminenza Monsignor Ersilio Tonini. Signor Presidente, Signori Senatori, il vostro voto e’ decisivo per il futuro della ricerca scientifica italiana, che non puo’ puntare, cosi’ come sta accadendo, sulle sole cellule staminali adulte. Il vostro voto e’ decisivo per la vita o la morte di milioni di nostri concittadini, e, in un mondo globalizzato, di centinaia di milioni di persone. Si’, perche’ impedire la ricerca sugli embrioni soprannumerari e sulla clonazione terapeutica in un Paese, significa ritardare il progresso scientifico mondiale; favorire la fuga di cervelli all’estero, in particolare in Gran Bretagna, paese che ha coraggiosamente autorizzato, clonazione terapeutica e studi sugli embrioni; promuovere, in prospettiva un odioso turismo terapeutico, tanto piu’ odioso perche’ consentito solamente a chi avra’ ingenti disponibilita’ monetarie. Signor Presidente, Signori Senatori, non condivido, e proprio per questo rispetto, le convinzioni religiose, non dimostrabili scientificamente, di chi ritiene che gli embrioni, anche fino al quattordicesimo giorno successivo alla fecondazione, siano persone a tutti gli effetti.
Tuttavia, credo che una convinzione religiosa non dovrebbe essere imposta per legge, tenuto anche conto del fatto, tutt’altro che trascurabile, che, in piu’ di un sondaggio, gli italiani si sono dichiarati favorevoli, a larga maggioranza, alla utilizzazione degli embrioni soprannumerari per finalita’ terapeutiche. Signor Presidente, Signori Senatori, se, una delle preoccupazioni del Parlamento, e’ quella di non far impiegare per studi e ricerche gli embrioni soprannumerari, e di non crearne di nuovi, e’ francamente scientificamente e moralmente incomprensibile, il divieto anche alla cosiddetta via italiana alla clonazione, che aveva ricevuto voti e plausi del professor Sirchia e del monsignor Tonini, proprio perche’ permette di ottenere cellule staminali a prova di rigetto, senza determinare chiaramente la formazione dell’embrione. Signor Presidente, Signori Senatori, lo scorso 20 maggio 2002, sono state inoculate nel mio midollo spinale 150 milioni di cellule staminali mesenchimali, cioe’ cellule adulte precedentemente prelevate dal mio midollo osseo. Insomma, ho fatto da cavia, e non ipocritamente per la scienza, per gli altri, ma, molto più umanamente per me, per la mia sopravvivenza. Non ho quindi un pregiudizio dogmatico nei confronti delle ricerche e delle sperimentazioni sulle cellule adulte. Tutt’altro. Sono pero’ convinto che tutte le strade debbano essere percorse. Signor Presidente, Signori Senatori, i tempi della scienza non coincidono con quelli delle nostre esistenze, delle nostre malattie, delle nostre umane debolezze. Signor Presidente, Signori Senatori, posso solo rivolgervi un appello: di non aggravare la situazione subordinando i tempi della scienza a quelli dei principi religiosi; di non mortificare, di non crocifiggere corpi ed anime di milioni di persone, in nome di una vita generica, lasciando calpestare le vite concrete. Proibire la clonazione terapeutica e gli studi sugli embrioni soprannumerari equivarrebbe ad avere accettato il divieto di studiare i cadaveri, di iniettare i vaccini, o di far utilizzare gli antibiotici.
Grazie per avermi ascoltato. Buon lavoro.
22 ottobre 2002 – Luca Coscioni
Sul sito di Radio Radiale è possibile vedere l’integrale dell’evento
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