Buon giorno,
solo poche battute, per commentare alcune immagini televisive, trasmesse dalla RAI tv, che l’altro ieri, mi hanno profondamente indignato. Nelle strade martoriate di Kabul, alcuni combattenti della Alleanza del Nord, prendevano a calci e a bastonate delle donne afgane, alcune delle quali, portavano ancora il burqa. Altre, erano a viso scoperto. Mi trovavo seduto sulla mia poltrona, e, quasi quasi, si stava per verificare un miracolo laico. Tanto, erano la rabbia e l’indignazione, che covavano in me, che stavo per balzare in piedi. Poi, mi sono ricordato di non poterlo fare, e ho cominciato a pensare al mio breve intervento di oggi. La presenza di donne nel governo provvisorio afgano, non è solamente necessaria, ma, a questo punto, addirittura indispensabile, per garantire il rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali, delle donne e degli uomini afgani. Tuttavia, penso anche, che sia opportuno fare acquisire quelle immagini al governo provvisorio, una volta che sarà formato, in modo tale, che i responsabili di quegli atti, possano essere processati, e condannati per violenze e maltrattamenti.
Mi auguro, che la sconfitta dei talebani sia anche, la fine di un regime integralista, e rappresenti l’inizio di un percorso, che conduca in tempi brevi, ad un Afghanistan libero e democratico. Un Afghanistan laico, dove la religiosità e la spiritualità, riguardino la sfera della libertà individuale di culto, e non siano invece, una minaccia per le basi della nuova costituzione democratica, che dovrà essere varata. Le donne afgane, infatti, sotto il regime del Mullah Omar hanno combattuto i talebani con gli strumenti della non violenza gandhiana. Non hanno abbracciato le armi, ma, molte di esse hanno rischiato ogni giorno la vita, per curare le altre donne malate, per insegnare ai bambini, o più semplicemente per rivendicare, attraverso la cura del proprio corpo, una femminilità negata, così come, facevano le donne ebree nei lager nazisti.
30 novembre 2001 – Luca Coscioni
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