Amici di Umbrialibertaria,
benvenuti ad Orvieto per il congresso annuale del coordinamento dei radicali umbri. Ringrazio Tommaso Ciacca per avere scelto questa sede e voi tutti per essere qui oggi. In particolare, desidero ringraziare Rita Bernardini, consigliera comunale del Comune di Roma eletta della Lista Pannella e membro della Direzione Comitato dei radicali, Maura Bonifazi, antiproibizionista membro del Comitato dei radicali, Francesco Pullia, responsabile del Circolo radicale Ernesto Rossi di Terni e militante radicale storico. La maggior parte di voi non mi conosce. Quindi penso sia doveroso presentarmi. Quanti invece, pur conoscendomi, pensavano fossi scomparso dalla rupe di Orvieto, ascoltando il mio intervento, capiranno cosa sto silenziosamente facendo. Certe volte fa più fragore un albero che cade di una foresta che cresce. Ha ragione il poeta.
Mi chiamo Luca Coscioni, ho 33 anni e sono uno dei 25 nuovi dirigenti radicali eletti in rete. La voce che state ascoltando non è chiaramente la mia. Per parlare sono infatti costretto ad utilizzare un programma di sintesi vocale. Sono laureato in economia e commercio e dottore di ricerca in economia ambientale. Ho insegnato politica economica, come professore a contratto, all’Università di Viterbo.
Vi domanderete perché sono paralitico, nel senso medico ed evangelico del termine, e perché per comunicare devo avvalermi di un portatile e di un sintetizzatore vocale. La risposta è semplice: cinque anni fa mi sono imbattuto in una malattia neuromuscolare che si chiama sclerosi laterale amiotrofica. È una malattia oggi incurabile che rende chi ne è colpito paralitico e incapace di parlare con la propria voce. L’incontro con questa malattia che colpisce un italiano su diecimila è altamente sconsigliabile. Purtroppo, però, non conoscendosi ancora le cause che ne determinano la genesi, è di fatto impossibile prevedere quali siano i soggetti e i comportamenti a rischio. Per il 2001 si può quindi dire solo che i nuovi casi di sclerosi laterale amiotrofica nel nostro paese saranno circa 600. Complessivamente, nel corso del primo anno del Terzo Millennio, faranno i conti con questa brutta bestia, italiano più italiano meno, 6600 persone. In seno al Comitato dei radicali per la Rivoluzione Liberale e gli Stati Uniti d’Europa, mi interesso di antiproibizionismo. In particolare, sto sostenendo Emma Bonino nella sua nuova campagna per la libertà di ricerca scientifica. Ieri, abbiamo presentato una proposta di legge di iniziativa popolare sulla libertà di ricerca scientifica appunto, elaborata da Emma Bonino e Cinzia Caporale, in una conferenza stampa che si è tenuta presso la sede del partito.
Il mio principale obiettivo è quello di legalizzare, in Italia, la clonazione terapeutica.
La malattia che mi ha colpito può, forse, essere curata ricorrendo alle cellule staminali. Per ragioni non ancora note infatti, le cellule staminali, una volta inserite nel sistema nervoso, sono irresistibilmente attratte dai punti, come le aree di lesioni o di degenerazione, aree nelle quali c’è più bisogno di loro. Una volta arrivate a destinazione, tali cellule indifferenziate si trasformano in neuroni in grado di sostituire o riparare quelli distrutti o danneggiati. In una ricerca effettuata al John Hopkins Institute di Baltimora, i ricercatori, guidati dal Professor Jeffrey Rothstein, hanno iniettato cellule staminali provenienti da embrioni di topo nel midollo spinale di topi adulti resi paralitici da un virus. Tale virus, chiamato Sindbis, attacca le cellule nervose motorie, distruggendole. Il 50 per cento dei topi trattati con le cellule staminali ha mostrato alcuni segni di miglioramento, come riuscire di nuovo ad alzare e appoggiare al suolo le zampe. Anche se le cellule staminali sono state iniettate alla base della spina dorsale, esse sono riuscite a risalire fino al nodo dal quale si diramano i nervi motori destinati al controllo del movimento della metà posteriore del corpo. È per queste ragioni che le terapie cellulari fondate sulle cellule staminali potrebbero essere usate nella cura della sclerosi laterale amiotrofica. I sintomi di questa sindrome sono in effetti simili a quelli causati dal virus Sindbis nei topi e i ricercatori del John Hopkins pensano di effettuare i primi trial con cellule staminali su esseri umani affetti da questa malattia entro due anni.
In Italia, purtroppo, tale possibilità di cura sembra essere preclusa ai 6600 concittadini che, come me, lottano quotidianamente per la propria sopravvivenza. Vi state domandando perché? Per l’ingerenza della Chiesa cattolica notoriamente contraria all’utilizzo di cellule staminali prelevate dagli embrioni sovrannumerari. Tali embrioni, congelati e conservati sotto azoto, sono lo scarto dei programmi di fecondazione assistita, di cui ci danno regolarmente notizia, sempre in chiave miracolistica, i telegiornali Rai e Mediaset. Si tratta di embrioni comunque destinati a finire nella spazzatura che se venissero invece utilizzati potrebbero salvare la vita a milioni di persone. Sì, perché, piccolo particolare, secondo il Rapporto Dulbecco sulle cellule staminali, il documento che contiene le raccomandazioni dei 25 Saggi incaricati dal Ministro della Sanità di fare chiarezza sulla materia, sono 10 milioni gli italiani, colpiti da varie patologie, che potrebbero guarire, se curati con terapie basate su tali cellule. Ora, la fonte più immediata, più semplice, certa, per l’approvvigionamento di tale fondamentale materiale biologico è rappresentata dagli embrioni sovrannumerari.
I 25 Saggi, a maggioranza, hanno detto sì ad un loro utilizzo.
Ma i tempi lunghi, snervanti della politica italiana e le invasioni di campo del Vaticano non lasciano presagire nulla di buono. Inoltre, vorrei far notare che, se la via italiana alla clonazione, prospettata dal Ministro Veronesi, è ancora un libro dei sogni, la presunta scoperta della cosiddetta retro-differenziazione, un procedimento semplice per ottenere staminali da cellule adulte, non può e non deve far desistere gli scienziati dal proseguire le ricerche sugli embrioni soprannumerari. Mentre, 6 mesi fa, Stati Uniti e Gran Bretagna dicevano sì alla clonazione terapeutica, oggi in Italia stiamo ancora discutendo se sia etico o meno utilizzare degli embrioni congelati, prossimi alla scadenza, se non già inutilizzabili.
Sono qui per questo: per sostenere la proposta di legge di iniziativa popolare di Emma Bonino ed oppormi con tutte le mie forze, fisiche ed intellettuali, alla mattanza che stanno preparando le forze politiche italiane ed il Vaticano. Una mattanza alla quale saranno condannati quanti hanno la sola colpa di essersi ammalati di sclerosi laterale amiotrofica, di atrofia muscolare spinale, del morbo di Alzheimer, del Parkinson, del lupus, del diabete, tanto per citare alcune delle patologie curabili con le cellule staminali. Questi 6 mesi di ritardo, che abbiamo accumulato a tutt’oggi nella ricerca scientifica sulle cellule staminali, rispetto agli Stati Uniti e alla Gran Bretagna, avranno un solo significato: centinaia di migliaia di morti che potevano essere evitate.
Sono qui per dare forma, con il mio corpo, e voce, con il mio sintetizzatore vocale, al silenzio nel quale preferirebbero che restassi i politici che si sono opposti e che si opporranno alla clonazione terapeutica. Per dirgli che è inconcepibile gettare nel cesso gli embrioni crioconservati pur di non consentire un loro impiego per finalità terapeutiche. È da folli o da irresponsabili. E per questi folli e irresponsabili le porte del prossimo parlamento devono restare chiuse.
Concludo, lanciando un appello. Un appello politico. Alle prossime elezioni politiche votate le liste e i candidati radicali. Sono la sola polizza di assicurazione per chi, come me, e siamo in 10 milioni, è alla ricerca di una cura e di una legge sulla clonazione terapeutica. Oggi, non domani.
20 gennaio 2001 – Luca Coscioni
Puoi ascoltare il mio intervento cliccando qui
Eventuali errori presenti nel documento sono dovuti ad un adattamento del testo per il sintetizzatore vocale utilizzato da Luca
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