Ciao, Pierluigi. Buon pomeriggio, agli ascoltatori.
In questi giorni, caratterizzati da una sistematica disinformazione, e demonizzazione sul tema della clonazione terapeutica, penso, sia opportuno fare un po’ di chiarezza. Per capire cosa è la clonazione terapeutica, possiamo ricorrere alla seguente immagine. Prendiamo una persona in sedia a rotelle, per un trauma da incidente stradale. Un medico, gli preleva una cellula somatica, cioè una cellula del suo corpo. Da questa cellula, estrae il nucleo, che poi inserisce all’interno di una cellula uovo, alla quale, a sua volta, è stato tolto il nucleo. A questo punto, la cellula uovo, messa a coltura, comincia a suddividersi in cellule staminali. Una volta che queste cellule sono state indirizzate verso la tipologia desiderata, cioè, verso quelle cellule danneggiate, che si intende sostituire, un neurochirurgo le reimpianta nella zona lesionata del midollo spinale. La speranza, e non parliamo di qualcosa, che potrà avvenire in un futuro molto lontano, dal momento che le sperimentazioni sull’uomo sono già in corso, o stanno per partire; la speranza, dicevo, è che quella persona possa alzarsi dalla sua sedia a rotelle, e tornare a camminare. Questa, è la clonazione terapeutica. Altra cosa, di dubbia utilità, è invece, la clonazione riproduttiva, mediante la quale, si vuole ottenere, dalla cellula uovo così trattata, un embrione, da impiantare nell’utero di una donna, per sviluppare un feto, e portarlo alla nascita. L’integralismo cattolico e quello verde, ma anche il disinteresse della sinistra, e le loro proiezioni politiche, non riescono a comprendere la portata epocale di questa rivoluzione biomedica, paragonabile alla scoperta degli antibiotici.
Secondo il rapporto Dulbecco sulle cellule staminali, che è il documento redatto da una commissione scientifica, e etica, nominata dall’ex ministro della Sanità, il professor Umberto Veronesi, e presieduta dal premio Nobel Renato Dulbecco, in Italia, circa 10 milioni di malati, cioè un sesto della popolazione, potrebbero beneficiare delle nuove terapie. Scendendo nel dettaglio, possiamo ricordare alcune delle patologie, forse curabili, grazie alle cellule staminali: il diabete, la leucemia, alcune forme di cancro, la sclerosi multipla, la distrofia muscolare, il morbo di Parkinson, l’Alzheimer, la sclerosi laterale amiotrofica, e le lesioni traumatiche del midollo spinale.. In un passato non troppo remoto, erano i cadaveri ad essere sacralizzati. I medici che li studiavano rischiavano di finire sul rogo. Oggi, sono invece sacralizzati gli embrioni, come se, 64 cellule staminali indifferenziate, cioè la blastocisti, potessero essere considerate una persona. Così, se prevalesse l’oscurantismo, a finire sul rogo, sarebbero centinaia di milioni di malati in tutto il mondo. Nel 700, alcuni medici sostenevano di aver osservato nell’ovulo, o nello spermatozoo, un essere in miniatura, con tutti i suoi organi già formati, e in attesa solo di potersi sviluppare. Lo chiamavano omunculus. Chiaramente, avevano visto solamente ciò, che volevano vedere. Spero che il Vaticano non impieghi altri cento anni, per riconoscere che le cellule staminali, ottenute con la clonazione terapeutica, non contengono l’anima, e per fare le scuse ai milioni di morti, provocati dai divieti legislativi, conseguenza anche, degli anatemi religiosi.
Sono approdato alla politica radicale, quasi per caso. Ero un assiduo frequentatore del sito, radicali punto it, quando il 15 agosto del 2000, sono venuto a conoscenza, leggendo il quotidiano Libero, che presto, si sarebbero svolte le prime elezioni in internet, per eleggere 25 nuovi dirigenti, di quello che allora era il comitato di coordinamento dei Radicali. Insieme a Gaetano Dentamaro, un nuovo compagno, abbiamo lavorato alla presentazione di una lista antiproibizionista, sulla scienza, sulla droga, su tutto. E sono stato eletto. Inoltre, il 7 settembre del 2000, il Parlamento europeo approvava una risoluzione, di opposizione alla clonazione terapeutica. A quel tempo, alcuni ricercatori americani stavano facendo degli esperimenti sui topi, per cercare di curare il modello animale della malattia, che mi ha colpito sette anni fa, cioè la sclerosi laterale amiotrofica. I risultati di quegli esperimenti erano molto promettenti. Infatti, le cavie da laboratorio, completamente paralizzate, avevano ricominciato a muovere gli arti inferiori. Di lì a poco, entro due o tre anni, sarebbero stati estesi anche all’uomo. Il no, del parlamento Europeo mi convinse definitivamente che lo strumento che avrei dovuto utilizzare, era quello politico. Così, mi sono presentato al comitato di coordinamento dei Radicali, che si è tenuto nel dicembre del 2000, a Chianciano, con una proposta politica.
Combattere, insieme ai Radicali, da Radicale, la battaglia per la libertà della ricerca scientifica. Alcuni mesi dopo, Marco Pannella mi ha proposto di essere il capolista nazionale, delle liste Emma Bonino nel proporzionale. Io, ho accettato molto volentieri, e la mia avventura radicale è cominciata.. Se ti dovessi dire quale sia la cosa più importante, che penso di aver fatto, potrei senz’altro affermare che essa è, l’aver trasformato una malattia in uno strumento di lotta politica. Uno strumento, che ha dimostrato, che forma e contenuto, non sempre coincidono. Che il corpo non può ostacolare l’intelletto. E che anzi, in circostanze particolari, può amplificare le potenzialità dello spirito umano. Rendere il silenzio parola. Questo, è quello che mi è successo. Ciò, che sono stato capace di far accadere. La cosa che più non sopporto, è invece l’ipocrisia. Un italiano su sei, è colpito da malattie più o meno gravi. E questi dieci milioni di nostri concittadini è come se non esistessero. Come se fossero dei fantasmi. Ebbene, uno di questi fantasmi, cioè il sottoscritto, alla fine ha deciso di materializzarsi, e di cominciare a rompere i coglioni a chi, da buon ipocrita, fa finta che i malanni che ci affliggono debbano essere tenuti nascosti. Insomma, per farla breve, mi sento vivo quando mi muovo per fare politica. Quando riesco a far gettare la maschera ai cosiddetti difensori della vita, che almeno da 1500 anni, ci scagliano contro i più terribili anatemi. Per fortuna, la storia ha dimostrato che gli anatemi sono come dei bumerang, colpiscono, prima o poi, coloro che li hanno scagliati. Io lavoro perché ciò, possa accadere prima, piuttosto che poi.
5 dicembre 2001 – Luca Coscioni
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