Stupisce il silenzio delle gerarchie ecclesiastiche all’indomani della morte di Luca Coscioni. Ma non meraviglia. Meravigliano piuttosto i tributi che gli stessi politici farisei che in precedenza l’avevano ignorato, ora che non c’è più, gli dedicano. Ha ragione Pannella: l’unico radicale buono è quello morto. Eppure, per la dignità con cui ha affrontato il suo calvario, per la forza di volontà con cui ha servito la sua causa, il pensiero va proprio al Cristo così caro a tanti sedicenti cristiani. Mi piace immaginare, come in una commedia di Ionesco, vescovi e cardinali che, una volta in Paradiso se lo trovano seduto a fianco del Creatore: sai che facce!
22 febbraio 2006 – Mario Ventrelli
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