Italia in serie B

Buongiorno.
In un crescendo di disinformazione e di mistificazione, in queste ultime ore si è scatenata una vera e propria crociata contro la clonazione terapeutica. La notizia, che ha fatto levare gli scudi ai crociati della “difesa” della vita, è la seguente: alcuni scienziati statunitensi avrebbero effettuato con successo la prima clonazione di un embrione umano.

Per la prima volta, nella storia della biogenetica e della medicina, l’embrione sarebbe stato creato in laboratorio, attraverso una particolare applicazione delle tecniche di clonazione delle cellule staminali. In realtà, come ha giustamente fatto notare Giulio Cossu, uno dei massimi esperti italiani nel campo della ricerca sulle cellule staminali, l’esperimento americano rappresenta un progresso tecnico, ma non è una rivoluzione concettuale, come è stata invece la pecora Dolly. Si è dimostrato che una cosa che funziona con gli animali, funziona anche con l’uomo. Il che non è particolarmente sorprendente e inatteso, e non aggiunge nulla alla nostra conoscenza sulle staminali. Cossu chiarisce inoltre che l’esperimento si è interrotto allo stadio di sei cellule, perché l’embrione aveva smesso di dividersi, e non ha concluso nemmeno tre cicli di divisione completa. La ricerca sarebbe stata davvero importante se fossero arrivati allo stadio della blastocisti, cioè di 64 cellule, che avrebbe permesso di capire se le cellule clonate erano normali. Tuttavia, la notizia politica, e non scientifica, più importante, che è possibile rintracciare nei quotidiani di oggi è questa: il Ministro della Salute, Girolamo Sirchia, ha firmato, il 9 novembre scorso, un decreto ministeriale che istituisce una nuova commissione per studiare quale sarà la via italiana nel campo delle cellule staminali. Sulla commissione il Ministro ha mantenuto il più stretto riserbo, ma dalle notizie trapelate si apprende che tra i componenti non c’è nessuno dei 25 saggi, coordinati dal premio Nobel Renato Dulbecco, che lo scorso anno redassero il Rapporto Dulbecco.

E pensare che, nel corso di una intervista televisiva rilasciata al Tg3 l’altro ieri ed in un recente articolo Sirchia, riferendosi alla tecnica del trasferimento nucleare, per la quale aveva dato il suo voto favorevole proprio nell’ambito della Commissione Dulbecco, ha testualmente dichiarato: “Dal punto di vista etico, sono personalmente contrario che si sviluppino tecniche di questo genere, che possono essere molto rischiose per il genere umano. Anche se noi sappiamo che queste tecniche di trasferimento nucleare sono consentite in Gran Bretagna, e il Rapporto Dulbecco le ha consentite anche in Italia”.

Il Ministro è quindi un ipocrita, perché sta facendo il gioco delle tre carte. E un uomo di scienza non può permettersi, nel giro di pochi giorni, di cambiare radicalmente le proprie convinzioni scientifiche. Il Ministro ha infatti più volte ribadito che dovrà essere il Parlamento, sulla base del Rapporto Dulbecco, a decidere. Da un lato, quindi, il Ministro della Salute avrebbe dovuto comunicare formalmente al Parlamento che il documento di riferimento da tenere presente, per regolamentare la materia, è il Rapporto Dulbecco. La Commissione Dulbecco ha espresso parere favorevole, a maggioranza, sulla utilizzazione degli embrioni soprannumerari e, all’unanimità, sulla clonazione terapeutica, la cosiddetta Via italiana alla clonazione. Vorrei ricordare che l’ex Ministro della Sanità Umberto Veronesi, che nominò la Commissione Dulbecco, chiese anche lo stanziamento di circa 300 miliardi, per la ricerca sulle staminali. Oggi, con Sirchia, si parla di poco più di 5 miliardi da destinare interamente alle cellule staminali adulte. Concludo, comunque, con le parole di Giulio Cossu. Credo che l’impatto delle reazioni italiane sulle ricerche in America sarà nullo. Andranno avanti, a prescindere da quello che si farà qui. Francamente, vietare queste ricerche in Italia è un po’ come togliere una squadra di serie B dal campionato.

27 novembre 2001 – Luca Coscioni

Sul sito di Radio Radicale è possibile vedere il video integrale dell’evento

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