Ricordando Luca e le sue idee
Un piccolo ricordo di Luca Coscioni che ci ha lasciato, tra i tanti che in questi minuti s’affollano alla mente. Una riunione, un seminario o che poteva essere; si era, mi pare, a Chianciano. C’era un tavolone a ferro di cavallo. Marco Pannella a un lato di quel tavolo; e Luca – forse la prima volta che lo vedevo – dalla parte opposta, in carrozzella. E a un certo punto Marco si alza, percorre tutta la sala e va ad accoccolarsi a fianco di Luca, e lui che già non poteva esprimersi a parole e comunicava con suoni impercettibili che capivano solo Antonietta la moglie, e la mamma, oppure con il computer, fa in modo che uno di quei badili che Marco si trova per mani finisca tra le sue ginocchia, e poi le stringe; ed è quella stretta e lo sguardo degli occhi, a parlare per lui. A me è venuto da chiedermi chi altri poteva starci, lì inginocchiato a fianco di Luca, se non quel signore grande e grosso che per tutta la vita è stato coperto di letame. Mentalmente li ho passati in rassegna tutti, da destra a sinistra, e nessuno che riuscissi a “vedere” e immaginare al posto di Marco e a fianco di Luca. In effetti, “dopo” nessuno di costoro abbiamo visto, e tutto quello che è accaduto e accade ancora, mi ha confermato e conferma che Luca non poteva che essere radicale, e che “coscionizzati” non potevano essere che Pannella e i radicali.
In questo giorno di tristezza e malinconia, un po’ consola sapere che anche se Luca non è più con noi, si continuerà a tenere alta la sua bandiera; e che i tanti “Luca” come Luca troveranno sempre in questo vituperato partito un uomo grande e grosso che si inginocchierà al loro fianco, e la sua mano-badile sarà stretta tra le loro ginocchia. A volte mi dico che forse neppure gli stessi radicali sono consapevoli della fortuna che hanno di poter e saper essere radicali. Per “Panorama” del 3 febbraio scorso Luca aveva scritto una breve nota, che trascrivo. E’ un programma politico (non voglio dire “testamento”), per tutti noi che siamo rimasti, e a prescindere dalle collocazioni in cui ci collochiamo. Ciao Luca, e grazie di tutto: che la terra, finalmente, ti sia lieve. La politica non limiti le libertà In una democrazia liberale il Parlamento non può porsi come autorità morale imponendo limiti e proibizioni delle libertà di scelta e quindi delle responsabilità dei cittadini. Mi riferisco in particolare ai patti civili di solidarietà, i cosiddetti Pacs, che sono altra cosa rispetto al “matrimonio” gay. Si tratta infatti di una forma di riconoscimento giuridico delle coppie di fatto, sia omosessuali sia eterosessuali. Avere una legge sui Pacs vuol dire eliminare discriminazioni contrarie ai principi di uguaglianza della dignità della persona. Un altro esempio è l’utilizzo della pillola Ru486, cioè la possibilità per la donna di interrompere una gravidanza con metodi meno invasivi dell’aborto chirurgico, perché non c’è ragione di aggiungere, a una scelta difficile, un dolore fisico supplementare. La risposta a questi attacchi alle libertà non può che partire dalla politica, che dev’essere aperta alla partecipazione diretta dei cittadini, e anche capace di coinvolgere scienziati, intellettuali e ricercatori. Costoro hanno scelto il Congresso mondiale per la libertà di ricerca, in programma dal 16 al 18 febbraio a Roma, per promuovere a livello nazionale e internazionale un dibattito pubblico sulla libertà di ricerca, di sviluppo di terapie utili a milioni di persone e sulle libertà individuali riguardanti la salute e la malattia, convinti che il progresso è possibile laddove si possano fare libere scelte grazie a scienza, coscienza e conoscenza.
21 febbraio 2006 – Gualtiero Vecello
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