Ho ascoltato con grande attenzione l’intervento del Papa in Parlamento.. Mi aspettavo un intervento politico.. E così è stato.. Questo vecchio papa, che poi non è proprio così malandato come lo dipingono, ha la tenacia e la perseveranza di molte altre persone malate che, come lui, combattono quotidianamente contro la malattia, la sofferenza ed il pregiudizio.. Il morbo di parkinson non è riuscito a piegare le gambe e a spegnere la voce di Giovanni Paolo Secondo. Il suo è stato un intervento politico a tutto campo.. O quasi. Il Pontefice ha infatti omesso di parlare dei più deboli fra i deboli: i malati. La cosa non sorprende. Grandi sono le responsabilità della Chiesa cattolica, per il ritardo accumulato dalla ricerca scientifica nel settore delle biotecnologie rosse. In particolare, in quello della clonazione terapeutica e degli studi sugli embrioni, soprannumerari e non.. Cosa avrebbe potuto dire alle persone oggi malate, ai cosiddetti sani, potenziali malati di domani, dopo che il vaticano aveva, per almeno gli ultimi tre anni, demonizzato i ricercatori, trattandoli come stregoni? Come avrebbe potuto parlare di vite concrete, dopo che una sistematica offensiva clericale aveva sostenuto che il più debole fra i deboli è un embrione congelato, mai nato, ma forse già, tra virgolette, morto, perché gettato nella spazzatura? Questo silenzio del Pontefice non deve quindi sorprendere.
14 novembre 2002 – Luca Coscioni
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