Se dovessi riassumere in una battuta il significato del 2005, direi che è stato l’anno della coscienza; etica, religiosa, individuale.
Che ha vinto una battaglia molto aspra e molto sentita, e continua a segnare dei punti a scapito della Scienza, la grande sconfitta: battuta politicamente sul campo durante il referendum per la fecondazione assistita, messa ai margini culturalmente da una forte avanzata del creazionismo e dagli attacchi al relativismo, punita economicamente dalla scarsità di fondi – pubblici e privati – che sono stati assegnati alla ricerca. Nel 2005 insomma, Coscienza e Scienza si sono contrapposte, come fossero l’una il Bene l’altra il Male. Il Male sarebbe la ricerca sulle cellule staminali embrionali sulla quale Luca Coscioni – che ormai comunica soltanto con gli occhi grazie ad un programma di scrittura e un sintetizzatore vocale – spende tutte le energie della sua difficile esistenza con la malattia che lo ha paralizzato quasi completamente. Il Male sarebbe l’eutanasia, sulla quale il professor Veronesi ha scritto parole di saggezza. Sulla sua “idea” di voler far rispettare le volontà di un malato che desidera porre fine alla propria vita, tranne qualche voce solidale e avversa, è calato un generale silenzio. Il Male sarebbe la pillola Ru486 (che evita l’aborto chirurgico) e soprattutto la legge 194 che tutela l’interruzione di gravidanza e che è diventata materia di propaganda elettorale.
Nel 2006 vedremo, purtroppo, il ripetersi di un conflitto aspro: chi, come il sottoscritto, crede nell’equilibrio, anche tra Coscienza e Scienza, probabilmente resterà deluso. L’anno è stato segnato dalla paura, più concreta per alcune popolazioni dell’est del mondo: l’influenza aviaria. Così come la Sars nel passato, il virus H5N1 ha generato molta preoccupazione, mettendo in allerta le strutture sanitarie di tanti paesi e, soprattutto, l’Organizzazione mondiale della sanità. Per noi italiani, va ripetuto, si è trattato di un pericolo più che altro immaginario, alimentato in particolare dalla confusione e dalla disinformazione dei primissimi giorni (che hanno portato alla scomparsa dei polli dalle nostre tavole e alla corsa ai vaccini). In ogni caso è stato messo in atto un piano di prevenzione che potrà tornare utile se e quando (speriamo mai) il virus arriverà sul territorio nazionale. Tra i fatti avvenuti, non possiamo dimenticare l’approvazione della devoluzione. La riforma costituzionale prevede un cambiamento di competenze su alcuni settori importanti della vita sociale. Tra questi la sanità che, secondo la nuova legge, dipenderà esclusivamente dalle Regioni.
Ora, siccome le Cassandre non ci sono simpatiche, cerchiamo di vedere il bicchiere mezzo pieno. In questo senso: nelle Regioni dove la Sanità funziona, con la devoluzione andrà meglio, in quelle dove avviene il contrario c’è il rischio che l’assistenza ai cittadini peggiori. Ma sono ragionamenti ipotetici perché la riforma verrà applicata soltanto se i cittadini la approveranno attraverso il referendum che si terrà il prossimo anno. Se, come vari indicatori fanno presumere, le urne bocceranno la devoluzione, tutto continuerà come adesso. Chiudo questo brevissimo “resoconto annuale” parlando di Salute. Per noi il 2005 è stato molto stimolante: perché abbiamo prodotto tantissime pagine in più e quindi più articoli, più inchieste, più argomenti vari, più interviste, più lettere. A conferma del lavoro svolto, questo numero “finale” che avete tra le mani: riassume i tanti volti della salute che abbiamo raccontato nel corso di dodici mesi. Il nostro “fioretto” per il futuro è di continuare così. Migliorando ancora, possibilmente. In attesa di “rivederci” il 12 gennaio, auguri di buon Natale e felice anno nuovo da tutta la redazione.
15 dicembre 2005 – Guglielmo Pepe
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