Buona serata. La scorsa settimana, dopo una pausa di un mese trascorsa ad Orvieto, sono tornato a Roma, per una manifestazione politica radicale: il falò dei certificati di godimento dei diritti politici. Subito dopo la manifestazione, mi sono incontrato con Marco Pannella. Nel corso del nostro colloquio, con la traduzione simultanea di Maria Antonietta, mentre Marco mi teneva la mano, mi sono tuffato nell’azzurro dei suoi occhi, e ho cominciato a pensare al mare, al mio catamarano giallo, alla campagna elettorale, alla sconfitta elettorale del 13 maggio, alla libertà, alla società libera, per la quale stiamo combattendo, anche mediante lo strumento delle proposte di legge di iniziativa popolare. In questi giorni di grande preoccupazione per le sorti della democrazia, e della libertà, mondiali, le nostre 25 proposte di legge, per le quali stiamo raccogliendo le firme, già da quattro settimane, possono sembrare una goccia nell’oceano. In realtà, si tratta di una importante occasione di crescita, di democrazia diretta, per tutti i cittadini italiani, tenuti forzatamente lontani dalla politica, da una Casa delle Libertà, e da un Ulivo, che sono due facce della stessa medaglia. Desidero ringraziare i miei concittadini, per la loro risposta al nostro programma di governo liberale, risposta che ha fatto diventare il tavolo di Orvieto, il primo tavolo, in Italia, per numero di firme raccolte. Inoltre, colgo la presente occasione, per ringraziare anche, Stefano Olimpieri, Consigliere comunale di Alleanza Nazionale, Maurizio Conticelli, Consigliere comunale della Margherita, e, Andrea Scopetti, Consigliere provinciale della Margherita, per aver dato la loro disponibilità, ad autenticare le firme. La politica, lo sappiamo, Ë sempre: civiltà o violenza, democrazia o totalitarismo, laica o integralista, confronto o imposizione. Noi radicali, pensiamo che la partecipazione dei cittadini alla vita politica di un paese, sia un valore fondamentale, da promuovere, da salvaguardare. CosÏ, il ricorso ad uno strumento, quale quello della proposta di legge di iniziativa popolare, Ë teso a ribadire la necessità di un ruolo attivo del cittadino, nel processo di formazione di una decisione pubblica, soprattutto nello scenario politico italiano, dove i temi da iscrivere nell’agenda politica sono decisi dal Palazzo, senza tenere conto delle reali esigenze dell’opinione pubblica. Un esempio per tutti: sessantasette italiani su cento, sono favorevoli all’utilizzazione degli embrioni soprannumerari, a scopo di ricerca, e per finalià‡ terapeutiche. Nonostante ciò, il ministro della Salute, Girolamo Sirchia, continua a sostenere, che tale tema urterebbe la sensibilità dei cittadini italiani, come se tutti i cittadini italiani fossero cattolici, e, soprattutto, come se tutti i cattolici fossero contrari alla ricerca sulle cellule staminali embrionali. Questo Ë palesemente falso. Sirchia ha una sola preoccupazione: quella di non urtare la sensibilità delle burocrazie vaticane. Nel nostro paese, la separazione fra Stato e Chiesa cattolica, Ë messa seriamente in discussione dall’opportunismo della classe politica, e dalle invasioni di campo del Vaticano. Rispetto agli Stati Uniti e alla Gran Bretagna, il ritardo normativo italiano, in materia di clonazione terapeutica, Ë di un anno e due mesi. Quello della ricerca sugli embrioni, Ë invece assoluto, dal momento che essa Ë, di fatto, vietata. Si preferisce, cosÏ, gettare nella spazzatura gli oltre ventimila embrioni congelati, invece di destinarli ad una ricerca che potrebbe aprire nuove, straordinarie, possibilità per la cura di gravi malattie degenerative. Il parlamento italiano ha accuratamente evitato di affrontare l’argomento della clonazione terapeutica, determinando un vuoto normativo gravissimo, che rischia di condannare ad atroci sofferenze, milioni di nostri concittadini. Infatti, due società biotecnologiche americane, hanno brevettato il procedimento con il quale si ottengono le linee cellulari, partendo anche dagli embrioni soprannumerari. CiÚ significa che, qualora venisse messa a punto una terapia cellulare per curare, ad esempio, la sclerosi multipla, il paziente italiano sarebbe costretto a recarsi negli Stati Uniti, o in Gran Bretagna, per accedere a tale terapia. In alternativa, una clinica neurologica italiana, per poter curare i propri malati, con le nuove biotecnologie, dovrebbe stipulare accordi di licenza commerciale con le società biotecnologiche americane, pagandone i relativi diritti. In molti, mi chiedono perché, uno degli slogan della nostra campagna elettorale, sia stato: decidi tu, o il Vaticano? La risposta Ë semplice. In Italia, il Vaticano non si limita a rivolgersi ai cattolici, nel pretendere il rispetto dei principi religiosi della Chiesa Cattolica, ma vorrebbe che tali principi divenissero norme giuridiche, vincolanti per tutti i cittadini italiani. Questo Ë inaccettabile, dal momento che, in una società libera, le diverse costituzioni etiche, e religiose, sono poste tutte sullo stesso piano. Imporre, come verità assoluta, quella della Chiesa Cattolica, significherebbe tornare ad uno stato etico, nel quale la separazione tra stato e confessioni religiose non ha luogo. Se, sono del tutto evidenti le conseguenze dell’integralismo islamico, e non mi riferisco solamente alle 6000 vittime dei recenti attentati contro le torri gemelle ed il Pentagono, l’integralismo cattolico agisce pi˘ velatamente, ma non per questo deve essere sottovalutato. Dall’inizio della vita, alla sua fine, passando attraverso il come, e quando, curarsi, dovremmo sopportare impassibili, muti, gli anatemi, che le gerarchie vaticane ci scagliano contro, mostrandoci obbedienti ai loro precetti. Ma, la commistione, la confusione, tra il sacro e il profano, tra la fede e la politica, Ë totale. Durante una trasmissione di Maurizio Costanzo, alla quale ho partecipato, Fausto Bertinotti mi ha rivolto la propria solidarietà, non comprendendo che ero l‡ per chiedere voti per essere eletto deputato, e non per elemosinare, suscitare, una compassionevole, deplorevole pietà. Il comunista Bertinotti, che non dice una parola sul miliardo di cinesi oppressi da una dittatura sanguinaria, cita perÚ padre Sorge, professa la non violenza, proprio lui, difensore dei pi˘ terribili regimi dittatoriali, che fanno della violenza uno strumento d’elezione per il controllo delle masse. Bertinotti imperversa letteralmente, occupando tutti gli spazi televisivi, che gli vengono offerti. Ora, Ë il non violento, ora, il difensore dei dannati della terra, l’antiglobalizzatore, l’antifascista, l’antinazista, il saggio, che ci dice che i terroristi vanno puniti, ma senza ricorrere alla forza. Partecipa alla marcia della pace, si professa comunista, ma non si definisce un integralista della chiesa rossa, come se ci fosse stato un tipo particolare di comunismo, che non avesse arrecato danno, e morte, agli uomini e alle donne, che lo hanno subito. Bertinotti ha in mente un modello di non violento: Carlo Giuliani, il giovane ucciso da un carabiniere, mentre gli stava scagliando contro un estintore. Cosa avrebbe dovuto fare il carabiniere? Farsi fracassare il cranio, oppure sparargli? Il povero Giuliani non era un non violento, era un terrorista, che, se al posto dell’estintore, avesse impugnato una pistola, non avrebbe esitato un istante a fare fuoco. Questa Ë la non violenza del segretario di rifondazione comunista. Poi, ci sono i comunisti italiani, e i verdi, secondo i quali l’intervento anglo americano, e della Nato, sarebbe un atto di violenza ingiustificato. Cossutta e Pecoraro Scanio, si ergono anche essi a baluardi della non violenza, senza, però, proferire nemmeno una sillaba sulla mattanza che i talebani stanno conducendo, dal 1996, nei confronti di un popolo inerme. La Chiesa Cattolica, e quella comunista, hanno, perÚ, molti punti di contatto. CosÏ, fra le cause di annullamento di un matrimonio religioso, non Ë annoverata, tanto per fare un esempio, la violenza fatta da uno dei due coniugi, nei confronti dell’altro. Il nostro programma di governo liberale, vuole anche riformare lo stato sociale. Il governo Berlusconi, sta pubblicizzando, come un grande avanzamento di civiltà, l’innalzamento ad un milione di lire delle pensioni pi˘ basse, per oltre 2 milioni di pensionati, che supererebbero cosÏ la soglia di povertà. Questo proclama, non corrisponde alla realtà dei fatti, dato che una persona, ben difficilmente, può avere un livello di vita accettabile con un milione di lire al mese, con un affitto da pagare, con una assistenza sanitaria pubblica inadeguata, per di pi˘, in uno scenario economico e finanziario mondiale, che lascia presagire, il soffiare dei venti freddi della recessione. Per poter innalzare le pensioni minime ad un livello dignitoso, cioè ben al di sopra del milione di lire, il primo nodo da sciogliere Ë il riordino del sistema pensionistico obbligatorio e complementare, e l’innalzamento dell’et‡ minima per la pensione. D’altro canto, l’apertura del Servizio Sanitario Nazionale alla concorrenza tra pubblico e privato, nel finanziamento e nella produzione dei servizi ai cittadini, Ë un secondo importante obiettivo di politica economica, senza il conseguimento del quale, la riforma dello stato sociale si riduce a un miraggio. Lo stato sociale italiano Ë, in ogni caso, una chimera, che serve a giustificare sprechi e inefficienze strutturali. Al fine di comprendere le ragioni di questa affermazione, prendiamo un indicatore microeconomico: la pensione di invalidità, che viene corrisposta a coloro ai quali Ë riconosciuta una invalidità, e una incapacità lavorativa del cento per cento. Bene, tale pensione ammonta a 411000 lire mensili, un importo che Ë un insulto alla dignità umana, e rappresenta uno scandalo tutto italiano, l’ennesimo. Un altro capitolo che possiamo aprire Ë quello degli ausili per i disabili. Sotto questo punto di vista, penso sia di una qualche utilità, fare almeno due rilievi. Il primo: il programma di sintesi vocale che sto utilizzando, e che mi ha restituito la parola, e che potrebbe restituirla a centinaia di migliaia di nostri concittadini, non Ë erogato dalle aziende sanitarie locali. Inoltre, il suo prezzo Ë fuori mercato, nel senso che non Ë la risultante dell’incontro tra domanda e offerta, ma Ë fissato arbitrariamente dai distributori italiani a un livello molto pi˘ elevato di quello americano e inglese. Questo accade perché, trattandosi di un bene del quale non si può fare a meno, il consumatore Ë disposto ad acquistarlo, nonostante il prezzo sia ingiustificatamente alto. Mentre in Svizzera Ë possibile acquistarlo a 180 dollari, poco pi˘ di 360mila lire, in Italia costa 650mila lire, quasi il doppio. Il secondo rilievo, di carattere un pÚ pi˘ generale: se il prezzo di un bene non Ë il frutto della concorrenza, allora gli ausili forniti dalle aziende sanitarie locali ai disabili, ad esempio, le sedie a rotelle, sono pagati dalle stesse aziende pi˘ di quanto non sia il loro effettivo prezzo di mercato, con un danno per le casse dello Stato. Facciamo un esempio concreto, per rendere meglio l’idea. Quando ho fatto domanda per ottenere la mia sedia elettronica, non elettrica, l’azienda sanitaria locale, tramite il suo neurologo, mi ha attribuito un codice che corrisponde a un particolare tipo di ausilio, per il quale, il sistema sanitario nazionale prevede un prezzo massimo di spesa. Chiaramente, le imprese commerciali del settore, le cosiddette sanitarie, fanno un preventivo di spesa, sempre, e, comunque, coincidente con tale importo masssimo. Quindi, viene elusa, a danno dello Stato, la concorrenza che comporterebbe, evidentemente, un abbattimento sostanziale dei prezzi di mercato. Purtroppo, la Corte dei Conti sembra non essere interessata a questa distrazione di risorse finanziarie, imputabile al servizio sanitario nazionale, che determina un costo aggiuntivo per la comunità di centinaia di miliardi ogni anno. Qualche anno fa, durante il servizio militare, pur di non starmene in caserma, sono partito per una settimana di pellegrinaggio militare a Lurd. Benchè la mia formazione fosse cattolica, anche se oggi mi posso definire un credente nella libertà e nella democrazia, e non in Dio, anche allora, guardavo con sospetto assembramenti di cattolici che superassero le cinquanta unità. Quindi, potete immaginare il mio disagio quando, giunto a Lurd, mi sono trovato difronte una distesa interminabile di sedie a rotelle e di accompagnatori, suore, preti, migliaia di militari in divisa, provenienti da tutto il mondo, accomunati, questi ultimi dal comune desiderio di trascorrere una settimana lontani dalle rispettive caserme. Passeggiando nell’immenso giardino mi domandavo quale fosse il significato di tutta quella sofferenza, e, soprattutto, se dio esisteva, perchè avrebbe dovuto graziare uno, uno soltanto, di quei malati, e non gli altri. In effetti, i miracoli mi sono stati sempre un po’ sulle palle, dal momento che non sono il massimo della democrazia. Pochi anni dopo, mi sono ritrovato, io, su una sedia a rotelle, e ho cominciato a combattere una battaglia contro una malattia terribile, dalla quale nessuno Ë mai guarito. Questa battaglia mi ha portato a farmi strumento di lotta politica, per me, innanzitutto, e, di riflesso, per le altre persone che si trovano nelle mie condizioni. Marco mi ha fatto riacquistare la voce, con lui ed Emma, abbiamo posto al centro del dibattito politico i temi della vita e della morte, la clonazione terapeutica, la dolce morte, la condizione del malato e del disabile nel nostro paese. Un paese intollerante nei confronti delle persone colpite da una malattia, e diversamente abili. Un paese, nel quale non Ë stato nemmeno possibile, affrontare una discussione seria e aperta su questi temi, che interessano direttamente, o indirettamente, tutti gli italiani. In questi giorni, stiamo raccogliendo le firme sulle nostre 25 proposte di legge di iniziativa popolare, una di esse, tra le altre, mi sta particolarmente a cuore, quella sulla clonazione terapeutica, perché un giorno, e spero di esserci, sia il medico, e non uno sciamano come Milingo, a dire: alzati, e, democraticamente, liberamente, cammina. Grazie per la paziente attenzione, ho concluso.
13 ottobre 2001 – Luca Coscioni
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