Comunicato su Tele Umbria Viva

Rinvio a giudizio per l’emittente di Don Gelmini Tele Umbria Viva per attentato contro i diritti politici del cittadino

Accolgo con grande piacere ed estrema soddisfazione la notizia che la Procura di Terni ha chiesto il rinvio a giudizio per attentato contro i diritti politici del cittadino del responsabile di Tele Umbria Viva, l’emittente di Don Gelmini, ed ha fissato l’udienza il 21 febbraio prossimo. La vicenda risale al maggio 2001 in occasione delle scorsa campagna elettorale, quando l’emittente umbra si rifiutò di mandare in onda, negli spazi di comunicazione elettorale previsti dalla legge, lo spot della Lista Bonino per la quale io ero capolista in Umbria, Lazio ed Emilia Romagna. L’emittente invocò un presunto diritto all’obiezione di coscienza riguardante i contenuti dello spot negando, da un lato, alla lista radicale la possibilità di partecipare ad armi pari alla competizione elettorale e operando, dall’altro, un grave attentato al diritto di conoscere per deliberare dei cittadini, tenuto conto anche del fatto che in ogni caso beneficiava del finanziamento pubblico per la messa in onda degli spot elettorali. A nulla valsero allora i provvedimenti emanati dall’Authority per le telecomunicazioni che imponevano all’emittente di ripristinare la messa in onda dello spot e di recuperare i passaggi perduti. Oggi Antonio Chieppa responsabile della televisione è imputato per abuso d’ufficio, omissione in atti d’ufficio e attentato contro i diritti politici del cittadino. Le invasioni di campo delle burocrazie vaticane come dimostrano i recenti anatemi di Giovanni Paolo II su aborto, divorzio, eutanasia, unioni civili, fecondazione assistita e sperimentazioni sugli embrioni soprannumerari, sono inaccettabili e rappresentano una gravissima intromissione nel campo delle libertà individuali che occorre denunciare e combattere con forza. Il peccato dei cattolici non può mai essere considerato un reato dei cittadini a meno che non si pensi di voler tornare a uno Stato confessionale, cioè talebano. Lo slogan del mio spot elettorale di allora: Decidi tu o il Vaticano?  è quindi sempre più attuale per la difesa di uno Stato laico e liberale.

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