Caro Ministro della Salute, caro professor Girolamo Sirchia,
ci sono alcune cose che ritengo oggi di fondamentale importanza per almeno dieci milioni di nostri concittadini ritenuti incurabili, ma che potrebbero domani guarire grazie alle ricerche sulle cellule staminali embrionali. Vorrei innanzitutto muovere da una semplice constatazione, in quanto in Italia, secondo un recente censimento commissionato dall’ex Ministro della Sanità Umberto Veronesi, esisterebbero 24.276 embrioni soprannumerari congelati, destinati a finire nella spazzatura.
Le chiedo pertanto quale valida etica possa essere invocata per sostenere la non utilizzabilità degli stessi, e se non sia invece più proficuo richiamarci ad un principio che la classe politica spesso sembra dimenticare. Il principio del buon senso. A fronte di una distruzione certa, tutte le forze politiche dovrebbero riconoscere che impiegare questi embrioni per finalità scientifiche è la sola opzione percorribile. La “non azione” non è infatti una strada politicamente praticabile ed eticamente giustificabile. Detto questo, passo ora alle cinque richieste che vorrei rivolgerLe, signor Ministro.
1) 67 italiani su 100 si erano pronunciati a favore della utilizzazione degli embrioni soprannumerari, a scopo di ricerca e per finalità terapeutiche. Lei, Ministro Sirchia, ha più volte ripetuto che dovrà essere il Parlamento a decidere. Tuttavia, in qualità di responsabile del Dicastero della Salute e membro del Consiglio dei Ministri, vorrei si pronunciasse su questo argomento, in merito alla Sua posizione e a quella del governo. In particolare vorrei sapere da Lei quale è la destinazione che ritiene più opportuna per gli oltre 20.000 embrioni congelati. Ritengo infatti che su una questione così importante non possa essere pensabile che Lei, Ministro, non abbia una Sua posizione, ed eluda la domanda limitandosi a dire che sarà il Parlamento a decidere.
2) La seconda delle mie richieste è quella di poter contare su un confronto pubblico televisivo, e a mezzo stampa, sul tema della clonazione terapeutica, e della utilizzazione degli embrioni soprannumerari. Lei, Ministro Sirchia, è perfettamente a conoscenza che i radicali sono stati l’unica forza politica che ha fatto della libertà della ricerca scientifica uno dei temi portanti dell’ultima campagna elettorale (raccogliendo il sostegno di oltre 800mila elettori), gli unici che abbiano attualmente una proposta di legge di iniziativa popolare in materia di clonazione terapeutica e di procreazione medicalmente assistita, sulla quale stanno conducendo la raccolta delle 50.000 firme necessarie alla sua presentazione. Se l’opinione pubblica fosse adeguatamente informata, molto probabilmente non il 67, ma il 90 per cento degli italiani si dichiarerebbe favorevole all’impiego degli embrioni soprannumerari, per studi e ricerche. Un confronto tra le proposte della maggioranza e della opposizione, se ve ne sono, con quelle dei radicali, appare non più eludibile.
3) La terza richiesta che Le rivolgo, Ministro, è di prevedere il finanziamento pubblico della ricerca sulle cellule staminali embrionali, così come sta avvenendo per le cellule staminali adulte, e di promuovere centri di ricerca che possano produrre e utilizzare linee cellulari ricavate dagli embrioni soprannumerari. La concorrenza tra pubblico e privato, e tra le diverse fonti di cellule staminali, è la migliore garanzia affinché si giunga, in tempi brevi, a terapie efficaci, per curare le varie patologie. Non è del resto scientificamente corretto eludere la ricerca sulle cellule staminali embrionali per motivazioni di carattere etico, che peraltro non sono nemmeno condivise dalla maggioranza degli elettori.
4) La quarta richiesta è quella di finanziare la cosiddetta “via italiana” alla clonazione terapeutica. Cioè il trasferimento nucleare per la produzione di cellule staminali autologhe. Infatti la produzione in vitro di cellule staminali del malato stesso (autologhe) può essere ottenuta con la riprogrammazione del nucleo di cellule somatiche mature, prelevate dal paziente e trasferite all’interno di una cellula uovo, che è stata precedentemente svuotata del suo nucleo. Questa è stata la strada indicata dalle conclusioni del Rapporto Dulbecco che, fra le altre cose, aveva sancito a maggioranza anche l’impiego degli embrioni soprannumerari. Lei, Ministro Sirchia, ha dimostrato di essere uomo di scienza, affrontando il tema degli organismi geneticamente modificati, e quello della clonazione animale. Vorrei che Lei continuasse ad esserlo, anche quando si tratta delle biotecnologie umane, a maggior ragione rispetto a ipotesi che hanno ottenuto un pieno “via libera” dalla Commissione Dulbecco. Anche perché torno a ribadirlo: – questo è il punto essenziale – da una scelta simile può derivare o no una concreta speranza di vita e di guarigione per milioni di malati.
5) La mia quinta richiesta è infine quella di assumere una posizione chiara rispetto al rapporto redatto dal parlamentare europeo Francesco Fiori, relatore della Commissione temporanea sulla genetica umana e le altre nuove tecnologie della medicina moderna. Questo documento verrà messo in votazione plenaria nella seduta del 28 e 29 novembre. Se il Parlamento Europeo lo approvasse, la ricerca scientifica nei paesi dell’Unione tornerebbe in pieno medioevo. Tale documento ha infatti la pretesa di regolamentare la materia, proibendo tutto ciò che invece sarebbe necessario promuovere: l’utilizzazione degli embrioni soprannumerari, la clonazione terapeutica, il finanziamento pubblico alla ricerca sulle cellule staminali embrionali, la commercializzazione delle linee cellulari. Signor Ministro, il Suo intervento su tali aspetti può contribuire alla salute di tanti cittadini, e potrebbe impedire che, a proposito di questo ultimo punto, il Parlamento Europeo commetta un grave errore, le cui conseguenze dovranno essere sopportate dai cittadini dell’Unione Europea.
In buona sostanza, non Le sto chiedendo altro, Signor Ministro, se non di esercitare fino in fondo le Sue responsabilità di governo, e, insieme, di assicurare quel contraddittorio che è essenziale al processo democratico tanto quanto al processo giudiziario.
Le domande, ora, ci sono: attendo con fiducia le Sue risposte.
17 novembre 2001 – Luca Coscioni
Sul sito di Radio Radicale è possibile vedere il video integrale dell’evento
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